Un senatore afroamericano sarà il candidato Repubblicano nel 2024?
Nel numero di questa settimana parliamo della candidatura di Tim Scott alle primarie del Partito Repubblicano
Chi è Tim Scott, il nuovo candidato Repubblicano alle primarie
Il senatore della South Carolina Tim Scott, una delle figure afroamericane più importanti nel Partito Repubblicano e fra i migliori candidati in grado di raccogliere fondi al Senato, è pronto per scendere in pista nelle primarie presidenziali per le elezioni che si terranno nel 2024.
Scott ha infatti presentato tutta la documentazione legale per lanciare la candidatura, che stando a quanto riferito dal New York Times sarà annunciata in maniera ufficiale nella giornata di domani. A livello economico il senatore può contare già su un budget importante di 22 milioni di dollari, fattore che fa di lui uno dei nomi più forti per poter sfidare Donald Trump, anche se per adesso i sondaggi lo danno solamente intorno al 2%.
Subito dopo l’annuncio della candidatura, Scott dovrebbe recarsi in Iowa e New Hampshire, dove si terranno le prime primarie repubblicane, per iniziare i propri incontri elettorali. Sono inoltre stati già stanziati quasi 6 milioni di dollari in annunci pubblicitari che saranno rivolti a tv e radio di questi due stati.
Ma chi è Tim Scott? Nato a North Charleston, in South Carolina, ha vissuto un’infanzia non troppo felice, con i genitori divorziati ed una madre costretta a grandi sacrifici per poterlo mantenere. Laureatosi alla Charleston Southern University nel 1988, ha iniziato la sua carriera politica nel 1995, venendo eletto all’interno del Charleston County Council, divenendo il primo Repubblicano di colore ad assumere una carica nel suo stato dal XIX secolo.
Nel 2008 è arrivata l’elezione al seggio della Camera dei Rappresentanti statale, seguita dalla candidatura per quella nazionale, in cui nel 2010 ha ottenuto senza grossi problemi la nomination del partito e la vittoria nelle general election, anche grazie all’appoggio del Tea Party. Nel 2013 l’allora governatrice della South Carolina Nikki Haley (ed ora sua sfidante nella corsa presidenziale) l’ha nominato al Senato per il seggio rimasto vacante dopo le dimissioni di James DeMint, che Scott ha poi mantenuto vincendo le successive elezioni.
Le sue posizioni politiche lo collocano pienamente all’interno del mondo conservatore: Scott si considera pro-life, ha supportato tutta l’agenda Repubblicana emanata nel corso degli ultimi anni e criticato gran parte di quella Democratica. Tuttavia, come emerge da un ritratto effettuato qualche settimana fa dal New York Times, contrariamente a quanto avviene ad esempio in Donald Trump, Scott è in grado di bilanciare temi spiccatamente di destra con toni più affettuosi e morbidi.
L’obiettivo di Scott, infatti, è quello di condurre un tipo di campagna profondamente diverso da quello che si attende dallo stesso Trump: non ci saranno modi aggressivi, ma la volontà di portare avanti una visione più ottimistica dell’America, con un messaggio che parlerà di “unità”, “speranza”, “redenzione”.
Fino a pochi decenni fa sarebbe stato difficile immaginare una persona di colore come candidato del GOP, ma negli ultimi anni si è visto un importante trend di crescita nel numero di afroamericani in corsa per le varie cariche. Nelle ultime midterm, infatti, vi erano ben 80 i candidati neri tra le fila dei Repubblicani, divenuti poi 31 dopo le primarie. Di questi, cinque sono stati quelli eletti, il numero più alto da oltre un secolo, anche se ancora lontanissimo dai numeri Democratici, ed è difficile sapere se questo basterà per convincere un elettorato prevalentemente bianco.
Oltre a Scott, in questo momento ci sono già cinque candidati ufficialmente in corsa per le primarie del Partito Repubblicano in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Si tratta di Donald Trump, dell’ex governatrice del South Carolina e ambasciatrice alle Nazioni Unite Nilly Haley, del milionario Vivek Ramaswamy, dell’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson e dello speaker radiofonico Larry Elder.
Le altre notizie della settimana:
Il governatore Repubblicano del Montana, Greg Gianforte, ha firmato una legge che vieta l'app TikTok nel suo Stato, con l’obiettivo di “proteggere i dati personali dei cittadini dal Partito Comunista Cinese”. Si tratta del primo stato ad attuare una tale mossa, che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2024.
La legge ha riacceso il lungo dibattito sull’app: gli Stati Uniti sospettano infatti che ByteDance, la società cinese che possiede TikTok, collabori con le autorità cinesi. Nel dicembre 2022, il Senato ha inoltre approvato una legge che vieta ai dipendenti pubblici di utilizzare l’applicazione sui dispositivi del governo federale.
Le trattative fra Democratici e Repubblicani, andate avanti nel corso della settimana per arrivare ad un innalzamento del tetto del debito, non hanno ancora portato ad un accordo. Le parti sono bene o male ferme sulle loro posizioni, con lo Speaker Kevin McCarthy che ha pubblicamente lamentato l'indisponibilità della Casa Bianca ad accettare sostenuti tagli alla spesa.
Nelle scorse settimane si è parlato a lungo delle conseguenze relative alla fine della contestata norma Title 42, che ha gestito l’immigrazione durante gli anni della pandemia (abbiamo approfondito il tema in un numero recente della nostra newsletter).
I primissimi giorni dopo la conclusione di tale misura, però, non hanno visto l’atteso aumento di ingressi al confine meridionale: stando a quanto riferito a The Hill da Blas Nunez-Neto, chief operating officer per l’US Customs and Border Protection, nelle ultime ore "si è assistito ad un calo degli avvistamenti del 50% rispetto alle ultime giornate in cui la norma era in vigore”.
Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, il governatore della Florida Ron DeSantis annuncerà ufficialmente la candidatura alla presidenza la settimana prossima.
L'annuncio dovrebbe arrivare il 25 maggio, giorno in cui DeSantis depositerà i documenti formali presso la Federal Election Commission e incontrerà i donatori per la prima raccolta fondi a Miami. Successivamente ci saranno uno o più eventi di kickoff più formali. Stando ai sondaggi, si tratta del candidato che ha più chance di battere Donald Trump nelle primarie repubblicane.
Due senatori, il Repubblicano Ted Cruz e il Democratico Ed Markey, hanno presentato una legge che obbligherebbe i costruttori di auto ad installare sistemi che supportano la radio AM sulle vetture. La mossa arriva dopo che numerose aziende produttrici hanno iniziato a non inserirla più sui mezzi di nuova costruzione.
“Ogni giorno milioni di americani usano la radio in auto per restare aggiornati su quanto accade nelle loro comunità, informarsi sulle questioni di loro interesse o avere intrattenimento nelle ore frenetiche. La radio AM è un bastione della nostra democrazia”, ha commentato a riguardo lo stesso Ted Cruz.
Gli Stati Uniti hanno reso pubblici i dati sul loro arsenale nucleare e fanno pressione sulla Russia affinché faccia lo stesso, dopo che Mosca ha dichiarato di voler sospendere la partecipazione al New START, l'ultimo trattato di controllo degli armamenti tra le due potenze.
Descrivendo il rilascio dei dati come volontario, il Dipartimento di Stato ha dichiarato che gli Stati Uniti avevano 1.419 testate nucleari dispiegate al 1° marzo. Si tratta di un numero in calo rispetto alle 1.515 del marzo 2022, che rientra nel limite di 1.550 stabilito dal trattato firmato nel 2010. L'anno scorso, la Russia ha dichiarato di aver schierato 1.474 testate nucleari.
In settimana si sono tenute le primarie in Kentucky, dove si è votato per scegliere i candidati a governatore che si sfideranno a novembre: nel Partito Repubblicano ha vinto il procuratore generale dello Stato Daniel Cameron, che ha dominato le primarie e che pare pronto a lanciare una campagna ambiziosa. In casa Democratica nessun problema per il governatore uscente Andy Beshear, Democratico, che resta molto popolare ma che dovrà affrontare una competizione particolarmente serrata.
In settimana si sono tenute anche altre elezioni interessanti. I Democratici hanno ottenuto una vittoria particolarmente importante a Jacksonville, in una contea della Florida dove il governatore Ron DeSantis aveva vinto pochi mesi fa con 12 punti di vantaggio. Il candidato Repubblicano era considerato appunto un “uomo del governatore”, ma è stato sconfitto dalla dem Donna Deagan.
I Democratici hanno vinto anche a Colorado Springs, in uno dei centri militari più importanti del paese.