L’ennesimo caso di violenza della polizia: il pestaggio di Tyre Nichols
Nella notte tra venerdì e sabato la città di Memphis in Tennessee ha reso pubblici quattro video sull’uccisione di Tyre Nichols, un ragazzo afroamericano di 29 anni morto il 10 gennaio dopo essere stato picchiato selvaggiamente da cinque agenti di polizia senza motivo.
L’omicidio di Tyre Nichols: cos’è successo il 10 gennaio
Dalla ricostruzione fatta dal New York Times emerge che gli agenti fermano Nichols per strada alle 20.24 del 7 gennaio, lo tirano fuori dalla macchina e lo spingono a terra. Mentre i poliziotti gli urlano contro e cercano di immobilizzarlo, si sente Nichols dire: "Non ho fatto niente".
Non è chiaro perché Nichols sia stato fermato. Inizialmente, la polizia si era difesa sostenendo che era sospettato di guida spericolata, ma il capo della polizia di Memphis, Cerelyn Davis, ha dichiarato che non sono in grado di confermare il motivo dello stop.
Alle 20.25 si verifica la prima colluttazione con gli agenti che imprecano e minacciano Nichols che dice “Ok! Sono a terra” e “Sto solo cercando di tornare a casa”. Pochi secondi dopo, un poliziotto cerca di usare un teaser, lui si libera e scappa verso sud con due poliziotti che lo inseguono.
Alle 20.33 Nichols viene trovato e bloccato nuovamente dai poliziotti a circa 800 metri da dove era stato fermato. Lo immobilizzano e iniziano a schiaffeggiarlo. Si sente Nichols che urla "Mamma!". La casa della madre di Nichols è a 60 metri di distanza.
Un agente gli spruzza in faccia dello spray urticante e minaccia di farlo ancora. "Dammi le mani!" gridano i poliziotti mentre Nichols cerca di asciugarsi la faccia. "Va bene, va bene", dice, e fa per mettere le mani dietro la schiena. "Attento, ti spruzzerò di nuovo sugli occhi", dice un agente mentre usa nuovamente lo spray contro Nichols.
Due poliziotti lo bloccano a terra e un terzo lo prende a calci almeno due volte. “Colpiscilo” urla un poliziotto, mentre l’altro lo colpisce con una sorta di manganello. Per tre minuti i poliziotti continuano a colpirlo, anche quando Nichols barcolla e fatica a rimanere in piedi.
Alla fine, alle 20.37, Nichols viene ammanettato nonostante sia gravemente ferito. I poliziotti lo trascinano vicino a una macchina e lo lasciano lì seduto a terra. A un certo punto Nichols cade a terra e un poliziotto lo rimette seduto.
Alle 20.41 arrivano due paramedici ma non vanno subito da Nichols. Solo dopo sedici minuti prendono le loro borse mediche e forniscono aiuto a Nichols. Alle 21.02 arriva in ambulanza e alle 21.18 Nichols viene portato al St. Francis Hospital, a circa nove chilometri di distanza. L’autopsia ha concluso che è deceduto in quanto "ha subito un'emorragia eccessiva causata da un duro pestaggio".
I cinque agenti di polizia coinvolti - Tadarrius Bean, Demetrius Haley, Emmitt Martin III, Desmond Mills Jr. e Justin Smith - sono stati licenziati. Sono stati accusati giovedì di omicidio di secondo grado (una sorrta di omicidio colposo) e rapimento, tra le altre accuse. Il capo della polizia di Memphis ha descritto l’accaduto come “sconsiderato e disumano”.
Il presidente statunitense Joe Biden si è detto “indignato e profondamente addolorato nel vedere l'orribile video del pestaggio”, ma ha invitato gli americani che vogliono giustizia a “non ricorrere alla violenza o alla distruzione” in quanto “La violenza non è mai accettabile”. Successivamente, parlando con i giornalisti ha detto che quanto accaduto “ha molto da dire e a che fare con l'immagine dell'America. Ha molto a che fare con il fatto che siamo o meno il paese che diciamo di essere".
Continuano le sparatorie di massa
Questa settimana la California è stata scossa da due sparatorie di massa.
Nella notte tra sabato e domenica scorsam vicino a Los Angeles un uomo settantenne di origini asiatiche, Huu Can Tran, ha ucciso undici persone in una sala da ballo di Monterey Park prima di tentare di compiere una seconda strage in un’altra sala da ballo (impedita da un ventiseienne che l’ha disarmato). L’uomo si è suicidato prima di essere arrestato dalla polizia. Non è ancora chiaro il motivo, ma sembra si trattasse di gelosia.
Quella di Los Angeles è la sparatoria più mortale negli Stati Uniti da quando un uomo armato ha ucciso 21 persone nel maggio 2022 in una scuola elementare di Uvalde, in Texas.
Lunedì 23 gennaio invece sono stati uccisi sette braccianti agricoli cinesi vicino a San Francisco e un’ottava persona è stata gravemente ferita. In questo caso l'attentatore è il sessantasettenne Chunli Zhao che è stato arrestato dalla polizia. Nella sua auto è stata trovata una pistola semiautomatica.
Le due sparatorie sono una delle conseguenze della enorme circolazione di armi negli Stati Uniti: nel 2021 sono morte a causa delle armi da fuoco 49 mila persone rispetto alle 45 mila del 2020. In media ogni giorno 130 persone, di cui la metà per suicidio, perde la vita a causa delle armi da fuoco.
Le Commissioni della Camera
Ieri abbiamo pubblicato il primo approfondimento sulle Commissione della Camera dei Rappresentanti guardando a Servizi Armati, Affari Esteri, Homeland Security, Regole e Controllo e responsabilità. Abbiamo guardato ai presidenti (o chair) delle commissioni e ai ranking member.
Si legge qui.
Le altre notizie della settimana
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha presentato una denuncia contro Google per il suo "monopolio" esercitato nel mercato della pubblicità online. Il gigante di Internet sta già affrontando altre cause legali in materia di concorrenza.
"Google ha utilizzato metodi anticoncorrenziali, escludenti e illegali per eliminare o ridurre drasticamente qualsiasi minaccia al suo dominio sulle tecnologie utilizzate per la pubblicità digitale", dice l’accusa, "assumendo sistematicamente il controllo di una grande varietà di strumenti ad alta tecnologia utilizzati da editori, inserzionisti e altri attori del mercato”.
L’ex presidente Donald Trump potrà tornare su Facebook. Meta, la società a cui appartiene il social network, ha accolto la sua richiesta: la compagnia ha annunciato mercoledì 25 gennaio che nelle prossime settimane avrebbe "messo fine alla sospensione" degli account di Donald Trump su Facebook e Instagram. I suoi account erano stati bloccati dopo l'assalto al Campidoglio.
Quattro membri della milizia di estrema destra Oath Keepers sono stati condannati lunedì per sedizione per il ruolo svolto nell'assalto al Campidoglio.
Anche l’ex vicepresidente Mike Pence è finito in mezzo alla questione dei documenti riservati non riconsegnati agli Archivi Nazionali. Una decina di documenti sono stati trovati a Camel in Indiana nella casa di Pence da un avvocato dell’ex vicepresidente che stava facendo un controllo a seguito dello scandalo che ha colpito Biden. Pence si è giustificato dicendo che sono stati portati per errore a casa sua a fine del mandato.