La strategia americana in Ucraina, spiegata da Biden
L'intervento di Biden con cui il presidente ha spiegato la strategia americana in Ucraina
Gli Stati Uniti stanno proseguendo il loro sforzo per sostenere l'Ucraina nel conflitto generato dall'invasione russa, intensificando l'invio di armamenti per permettere alla resistenza di consolidare le proprie posizioni e magari contrattaccare nelle aree contese. Nell'ultima settimana la Casa Bianca ha annunciato l'invio di un nuovo invio di armi da 700 milioni di dollari, fra cui rientrano i nuovissimi Himars: si tratta di missili dotati di una gittata di 80 chilometri, particolarmente utili perché impiantati su camion e facilmente ricaricabili, oltre ad essere dotati di un sistema GPS che permette di colpire facilmente oltre le linee nemiche.
In ogni caso va specificato come l'invio di armi non riguardi strumenti e mezzi a gittata più lunga richiesti dall'Ucraina, dal momento che gli Stati Uniti vogliono evitare di spedire materiale che possa servire a colpire aree di territorio russo. A riguardo, il presidente Biden, attraverso il New York Times, ha voluto spiegare la strategia e gli obiettivi americani nel conflitto:
"L'invasione che Vladimir Putin pensava sarebbe durata giorni è ora arrivata al suo quarto mese. Il popolo ucraino ha sorpreso la Russia e ispirato il mondo intero con il suo sacrificio, la sua grinta e i suoi successi sul campo di battaglia. Il mondo libero e molte altre nazioni, guidate dagli Stati Uniti, sono accorse al fianco dell'Ucraina con un sostegno militare, umanitario e finanziario senza precedenti nella storia.
Mentre la guerra continua, voglio essere chiaro sugli obiettivi degli Stati Uniti. L'obiettivo dell'America è chiaro: vogliamo un'Ucraina democratica, indipendente, sovrana e prospera, che abbia i mezzi per scoraggiare e difendersi da ulteriori aggressioni. Come ha detto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, questa guerra 'finirà definitivamente solo con la diplomazia'. Ma ogni negoziato riflette i fatti sul campo. Ci siamo mossi rapidamente per inviare all'Ucraina una quantità significativa di armi e munizioni in modo che possa combattere sul campo di battaglia e trovarsi nella posizione più forte possibile al tavolo dei negoziati, quando sarà il momento di trattare.
Per questo ho deciso di fornire agli ucraini sistemi missilistici e munizioni più avanzati che consentiranno loro di colpire con maggiore precisione gli obiettivi chiave sul campo di battaglia in Ucraina. Continueremo a cooperare con i nostri alleati e partner sulle sanzioni contro la Russia, le più dure mai imposte a una grande economia mondiale. Continueremo a fornire all'Ucraina armamenti avanzati, tra cui missili anticarro Javelin, missili antiaerei Stinger, potenti sistemi di artiglieria e missili di precisione, radar, veicoli aerei senza pilota, elicotteri Mi-17 e munizioni. Stanzieremo anche altri miliardi di assistenza finanziaria, così come autorizzato dal Congresso. Lavoreremo con i nostri alleati e partner per affrontare la crisi alimentare globale che l'aggressione russa sta aggravando.
Aiuteremo altresì i nostri alleati europei e altri a ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili russi e ad accelerare la nostra transizione verso un futuro di energia pulita. Continueremo inoltre a rafforzare il fianco orientale della NATO con altre forze e capacità militari degli Stati Uniti e dei Paesi alleati. [...]
Non vogliamo una guerra tra la NATO e la Russia. Per quanto non sia d'accordo con Putin e ritenga le sue azioni oltraggiose, gli Stati Uniti non cercheranno di provocare la sua destituzione a Mosca. Finché gli Stati Uniti o i nostri alleati non saranno attaccati, non intendiamo impegnarci direttamente in questo conflitto. [...] Non incoraggeremo né permetteremo inoltre all'Ucraina di colpire oltre i suoi confini. Non vogliamo prolungare la guerra solo per infliggere dolore alla Russia. [...]
Non farò pressione sul governo ucraino - né in privato né in pubblico - affinché faccia concessioni territoriali. Sarebbe sbagliato e contrario a principi consolidati farlo. I negoziati tra Ucraina e Russia non sono in stallo perché l'Ucraina ha voltato le spalle alla diplomazia. Sono in stallo perché la Russia continua a condurre una guerra per prendere il controllo di quanta più parte dell’Ucraina possibile.[...] Se la Russia non dovesse pagare un prezzo pesante per le sue azioni, invierà ad altri aspiranti aggressori il messaggio che anche loro potranno impadronirsi del territorio e sottomettere altri Paesi. [...] Al momento non vediamo alcuna indicazione del fatto che la Russia abbia intenzione di usare armi nucleari in Ucraina, anche se la retorica occasionale della Russia di agitare la minaccia nucleare è di per sé pericolosa ed estremamente irresponsabile. Voglio essere chiaro su questo: qualsiasi uso di armi nucleari in questo conflitto, su qualsiasi scala, sarebbe assolutamente inaccettabile per noi e per il resto del mondo e comporterebbe gravi conseguenze".
Manchin, il pressing dei due partiti e le leggi contro il possesso delle armi
Sia il Partito Democratico che quello Repubblicano stanno provando a portare dalla loro parte Joe Manchin: l'obiettivo è infatti avere il sostegno di un senatore che rappresenta l'ago della bilancia in un Senato in cui regna assoluto equilibrio ed il cui voto è fondamentale per approvare qualsiasi misura.
Il leader dei democratici al Senato Chuck Schumer sta infatti cercando di negoziare con Manchin un disegno di legge che affronti il cambiamento climatico e abbassi i prezzi dei farmaci da prescrizione. Alcuni analisti sottolineano, però, come i margini per raggiungere un'intesa siano abbastanza stretti, anche perché Manchin ha necessità di restare all'interno di determinati criteri per trovare consenso in uno stato conservatore come la West Virginia e per restare entro parametri economici volti a ridurre il deficit.
Nel frattempo diversi esponenti repubblicani stanno tenendo colloqui con il Senatore con l'obiettivo di distoglierlo dall'approvare misure economiche volute dai democratici e norme che possano regolare il possesso delle armi. Su quest'ultimo tema lo stesso Biden ha nuovamente sollecitato il Congresso, anche se i margini sono stretti. A frenare, infatti, sono anche quei democratici che correranno nelle prossime midterm election in distretti a rischio, spinti dal timore che questo possa compromettere le loro possibilità di elezione. Non mancano, però, membri del GOP alla Camera che hanno aperto a possibili riforme.
Le altre notizie della settimana
● Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha attuato una cancellazione dei debiti studenteschi agli ex studenti del Corinthian Collage. La mossa è stata vista come un passo avanti dai movimenti che da tempo si battono per il tema è che ora sperano in un'azione più incisiva.
● Inizia ad animarsi la campagna elettorale per il ballottaggio fra Katie Britt e Mo Brooks, nella sfida delle primarie repubblicane per il seggio al Senato in Alabama. Britt, che nel primo turno ha ottenuto un discreto vantaggio su un candidato più volte al centro di critiche per l'aver partecipato all'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, ha ricevuto nuovi endorsement importanti come quelli dei senatori Cotton ed Ernst. Resta comunque un alone di incertezza caratterizzato dal fatto che il voto si terrà in piena estate, con l'incognita del livello di partecipazione della gente.
● Particolarmente serrata è stata anche la sfida in Pennsylvania, dove Mehmet Oz (appoggiato da Trump) ha vinto di strettissimo margine su Dave McCormick (seguito da esponenti legati al più classico conservatorismo). Quest'ultimo ha scelto di concedere la vittoria al suo sfidante nonostante mancassero cinque giorni alla fine del riconteggio reso obbligatorio dalle leggi dello stato, visti i pochissimi voti guadagnati.
● A vincere la nomination democratica è stato invece John Fetterman, che sembra prossimo a riprendere la sua campagna elettorale dopo averla sospesa a causa di un ictus. Lo stesso candidato ha affermato di aver ignorato in passato segnali dal suo medico.
● Il deputato repubblicano Chris Jacobs ha scelto di sospendere la sua candidatura per la rielezione a causa dei forti malumori interni al suo stesso partito, avvenuti a seguito della sua decisione di appoggiare leggi restrittive sul possesso di armi.
● Stando a un documento precedentemente rimasto segreto, il 5 gennaio 2021 (nella vigilia di quello che sarebbe stato l'assalto al Congresso), Mike Pence avrebbe avvertito i Servizi Segreti sul fatto che Donald Trump avrebbe potuto attaccare pubblicamente il vicepresidente, creando un pericoloso rischio di sicurezza interna.
● Durante la sua campagna elettorale, Biden aveva affermato di voler punite l'Arabia Saudita per il brutale assassinio di Kashoggi. Nonostante questo, nell'ultima settimana la Casa Bianca ha pianificato un viaggio nel paese per ristabilire le relazioni con la monarchia.