La Corte Suprema e la decisione sull’aborto
La notizia ha inevitabilmente preso le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, ha suscitato dibattiti in giro per il pianeta e diviso ancor di più gli Stati Uniti: del resto non poteva essere altrimenti, perché la decisione assunta venerdì dalla Corte Suprema rappresenta senza dubbio una delle scelte più importanti nella storia recente del paese. La sentenza Roe vs Wade è stata infatti ribaltata, ponendo fine alla protezione federale nei confronti del diritto d’aborto, con la questione che è tornata di competenza dei singoli stati. Prima di vedere quali potrebbero essere le conseguenze di tale scelta e capire dove l’aborto è già divenuto illegale, può essere utile uno sguardo storico relativo alle battaglie sul tema avvenute negli ultimi cinquant’anni.
L’aborto, negli Stati Uniti, non è garantito da una legge federale: la sua legittimità era sancita appunto dalla Corte Suprema, che con una storica sentenza del 1973 (la “Roe vs Wade, appunto) l’ha di fatto legalizzato in tutto il paese. Il Partito Repubblicano, però, da anni porta avanti una battaglia per rivedere tale pratica, basandosi principalmente su principi religiosi legati alla sacralità di ogni vita umana. Con lo spostamento a destra della massima istituzione giudiziaria del paese operata durante la presidenza di Donald Trump, che ha nominato tre giudici, si sono aperti spiragli per quel ribaltamento avvenuto appunto nella giornata di venerdì.
L'abolizione di Roe vs Wade apre ancora una volta una frattura in un paese diviso. Anzitutto, le manifestazioni di fronte alla Corte Suprema, sia da una parte che dall'altra, pongono l'incognita relativa alla credibilità dell’istituzione di fronte ad un paese che (come affermano anche i sondaggi) la percepisce sempre più politicizzata.
Ci sono poi le fratture politiche. In questi giorni i difensori dello stop all'aborto, al fianco delle motivazioni religiose, hanno parlato anche di una scelta destinata a rafforzare la democrazia perché rimette in mano ai singoli stati la questione, senza adottare una legge unica in realtà diverse del paese. Resta però il fatto, sottolineato dai democratici, che per la prima volta si procede alla restrizione di un diritto precedentemente garantito. Inevitabilmente, questo accrescerà la polarizzazione, aumentando ancora le divisioni fra due partiti che non sono mai stati così lontani.
Acclarata la svolta a destra della Corte Suprema, restano ora delle incognite relative a quanto oltre potrà andare, dal momento che potrebbero rientrare in ballo temi delicati come ad esempio il diritto al matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Le motivazioni giuridiche della decisione
Vediamo ora su quali basi i giudici hanno assunto tale decisione. La maggioranza della Corte ha definito la sentenza Roe v. Wade “egregiamente sbagliata fin dall’inizio” ed estremamente debole nelle motivazioni, poiché da nessuna parte nella Costituzione americana c’è scritto che l’aborto debba essere trattato come una disciplina di competenza federale.
La Roe vs Wade si basava su un’interpretazione del Quattordicesimo Emendamento degli Stati Uniti che dice, nell’estratto più significativo: “Nessuno Stato farà o metterà in esecuzione una qualsiasi legge che limiti i privilegi o le immunità dei cittadini degli Stati Uniti; né potrà qualsiasi Stato privare qualsiasi persona della vita, della libertà o della proprietà senza un processo nelle dovute forme di legge; né negare a qualsiasi persona sotto la sua giurisdizione l'eguale protezione delle leggi”.
In questo emendamento si cita genericamente una libertà di cui il cittadino americano non può essere privato. Si è sempre dibattuto su quali fossero queste libertà. Secondo la Corte ricadono in queste libertà quelle che sono profondamente radicate nella storia e nella cultura americana, e tra queste non c’è l’aborto (contrariamente a quanto deciso nel 1973), che per la maggior parte della storia degli USA è stato considerato un crimine da quasi tutti gli stati federati.
Stato per stato, cosa succederà ora
Ed ora, cosa accadrà? Anzitutto è pressocché certo che numerosi stati decideranno di applicare leggi restrittive per quanto riguarda il diritto all’aborto. Del resto, pochissimi minuti dopo la sentenza l’Attorney General del Texas Ken Paxton (repubblicano), ha scritto sui social: “La decisione storica di oggi è il culmine di una battaglia portata avanti da diverse generazioni per la vita in difesa di chi nasce. Le leggi del Texas sono chiare: l'aborto è ora illegale nello Stato. Lavorerò instancabilmente per garantire che le nostre leggi siano pienamente applicate e che la vita sia protetta in Texas”.
In molti stati, che avevano già leggi che vietavano l’aborto sospese in virtù della Roe vs Wade, infatti, tale misura è divenuta illegale fin da venerdì: si tratta di Ohio, Utah, South Dakota, Wisconsin, Oklahoma, Missouri, Arkansas, Louisiana, Alabama e Kentucky. Chiaramente la situazione per ciascuno di questi stati è diversa (in alcuni vi sono eccezioni per stupro o incesto), ma tutti sono caratterizzati da una maggioranza repubblicana in entrambe le Camere del Congresso, fattore che rende difficile pensare ad un cambio di rotta.
In altri stati entreranno presto in vigore leggi che porranno forti limiti a tale diritto. In Idaho, Mississippi, North Dakota, Tennessee e Texas esistono già norme approvate, che sono destinate ad entrare in vigore fra i 15 e i 30 giorni dalla sentenza della Corte Suprema. Discorso simile per West Virginia e Wyoming, le cui misure restrittive dovrebbero entrare in vigore presto.
In altri stati la situazione è leggermente diversa: in South Carolina e Georgia bisognerà attendere la decisione (quasi certamente favorevole) delle corti statali, che in entrambi i casi hanno bloccato misure che impediscono l’aborto dopo sei settimane. In Florida lo stato ha promulgato un divieto di aborto dopo 15 settimane di gravidanza, che entrerà in vigore il prossimo primo luglio. Bisognerà in ogni caso attendere il parere della Corte Suprema dello Stato, che ha riconosciuto il diritto all'aborto nella sua Costituzione tre decenni fa: quest’ultima è però diventata più conservatrice, con tre dei sette giudici nominati dal governatore repubblicano attuale, e potrebbe deliberare in favore del GOP. In Arizona dovrebbe invece tornare in vigore una legge che impone il divieto all’aborto dopo 15 settimane.
In molti altri stati la situazione è incerta. In Indiana attualmente il limite è fissato dopo 22 settimane, ma la maggioranza repubblicana ha dichiarato l’intenzione di vietare l’aborto ed una legge in tal senso è assolutamente probabile. Discorso simile in Iowa, Montana e Nebraska, mentre in Michigan vi è una misura bloccata da una corte che il governatore democratico non è intenzionato a far tornare in vigore. Il veto del governatore potrebbe risultare decisivo in North Carolina e Pennsylvania. In Virginia la situazione resterà incerta fino al 2023, quando si terranno le elezioni che diranno se i democratici controlleranno ancora il Senato: questo fattore permette infatti di bloccare leggi restrittive.
Le conseguenze politiche
La decisione della Corte Suprema è inevitabilmente destinata ad avere conseguenze anche in ambito politico, portando il tema dell'aborto al centro della campagna elettorale in vista delle prossime midterm. Sì tratta sicuramente di un'opportunità per il Partito Democratico, che, di fronte alle difficoltà generate dallo stallo legislativo al Congresso e dall'inflazione, può usare la questione per ricompattare la sua base.
I sondaggi al momento mostrano un elettorato contrario a questa decisione, ma è difficile prevedere quanto questo impatterà sulle scelte nelle urne. Biden, che ha definito "un tragico errore" la decisione della Corte Suprema, ha dichiarato che "la questione aborto sarà centrale nel voto, così come la libertà personale". È facile prevedere come il tema assumerà una rilevanza importante soprattutto nelle corse locali, visto il potere che d'ora in poi avranno i Congressi statali e i governatori nel vietare o meno l'aborto.
A riguardo, la governatrice del Michigan ha affermato: "Ci sono tantissime donne indipendenti, tantissime donne che non hanno votato recentemente che adesso saranno coinvolte". Stando a quanto riporta il New York Times, i democratici sono destinati a concentrare l'attenzione soprattutto nelle corse per i governatori di Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, tre stati guidati dal partito asinello, la chi vittoria potrebbe scongiurare restrizioni all'aborto.
Cosa si può prevedere, invece, per le sfide al Congresso? Questo tema mobiliterà la base democratica e sarà uno dei più importanti al centro della discussione, pur considerando che la priorità sarà comunque per gli aspetti economici. Va considerato, inoltre, che anche la base conservatrice sarà entusiasta, avendo portato a casa una vittoria su un tema su cui ha combattuto per anni.
Le altre notizie della settimana
Il presidente Biden ha convertito in legge la prima misura dopo decenni che porrà delle limitazioni alla vendita delle armi. La norma è stata approvata con sostegno bipartisan al Congresso dopo la strage di Uvalde.
In settimana la Corte Suprema ha assunto anche un’altra decisione discussa, riguardante il possesso delle armi. La SCOTUS ha infatti abolito una legge dello Stato di New York, promulgata più di un secolo fa, che impone restrizioni sul portare una pistola nascosta fuori casa. Quest’ultima ha messo anche al riparo la polizia dal rischio di pagare i danni per non aver informato i sospetti criminali dei loro diritti (“Miranda rights”) prima di ottenere dichiarazioni usate contro di loro in tribunale.
Anche questa settimana si sono tenute alcune primarie in giro per il paese. In Texas il deputato moderato Henri Cuellar ha vinto la sfida contro la progressista Jessica Cisneros di un soffio: 50.2% v. 49.8%. Il ballottaggio tra i due si è tenuto il 24 maggio, ma si è dovuto procedere a un riconteggio dei voti e la conferma della vittoria di Cuellar arriva oggi. Sarà Katie Britt, ex Capo dello Staff del Senatore Shelby, a correre per il GOP per la carica di Senatore in Alabama, forte del 63% dei voti contro il 37% di Mo Brooks, deputato uscente.
In Georgia sarà Bee Nguyen la candidata democratica contro il Segretario di Stato Brad Raffensperger, divenuto famoso per essersi opposto alle richieste di Donald Trump per ribaltare il voto del 2020.
La Food and Drug Administration (FDA), ha dichiarato nella giornata di giovedì che vieterà la vendita di sigarette elettroniche Juul, una mossa volta a prevenire lo svapo giovanile.
Il presidente Biden ha invitato il Congresso a sospendere le tasse federali su gas e diesel per i prossimi tre mesi. Tale mossa solleverebbe temporaneamente il prezzo della benzina per 18 centesimi a gallone e quella sul diesel di 24.