La campagna elettorale di DeSantis (per ora) è un disastro
Nel numero di questa settimana parliamo della campagna elettorale di Ron DeSantis e del rischio shutdown
La campagna elettorale di DeSantis (per ora) è un disastro
Qualche mese fa Ron DeSantis sembrava l'unico candidato in grado di poter battere Donald Trump nelle primarie del Partito Repubblicano. Il governatore della Florida ha iniziato, infatti, la sua campagna presidenziale forte di un risultato importante nelle elezioni locali, apprezzato dalla base del GOP per le sue politiche e dotato di ampio credito all'interno del mondo conservatore.
A diverse settimane di distanza dalla sua discesa in campo, però, si può dire che le cose non stiano andando nel verso giusto. Il primo indicatore di queste difficoltà lo si può trovare nei sondaggi: stando a FiveThirtyEight, nel mese di gennaio il divario fra DeSantis e Trump era di pochi punti percentuali, con l'ex presidente intorno al 40% ed il governatore della Florida che viaggiava fra il 35 e il 38%.
Adesso il divario fra i due si è aperto in maniera esorbitante: l'ultima media, risalente al 20 settembre, vedeva Trump al 55% e DeSantis solamente al 14%. I dati relativi ai singoli stati sono ancora più preoccupanti, dato che diversi sondaggi pubblicati nel mese di settembre relativi all'Iowa vedono la seconda posizione del governatore della Florida sempre più in bilico, con Nikki Haley che ormai dista solo pochi punti percentuali.
Va ancora peggio in New Hampshire, ovvero il secondo stato dove si voterà nelle primarie (che DeSantis non ha ancora visitato). In un sondaggio pubblicato mercoledì da CNN, infatti, il governatore della Florida era dato al 10% e addirittura in quinta posizione, dietro Vivek Ramaswamy (13%), Nikki Haley (12%) e Chris Christie (11%).
Ma DeSantis continua ad avere problemi anche su altri fronti, come quello relativo all'appoggio di donatori e sostenitori. Il miliardario Ken Griffin, che nel corso della campagna elettorale per la rielezione a governatore della Florida è stato uno dei suoi più grandi finanziatori, ha di recente dichiarato di non essere sicuro di volerlo appoggiare nuovamente dal punto di vista finanziario.
Già all'inizio del mese di agosto DeSantis aveva provato a fare una scossa cambiando il suo campaign manager, con James Uthmeier che ha preso il posto di Generra Peck. Il governatore della Florida aveva dovuto rimuovere dal suo incarico anche uno dei suoi speechwriter, che aveva condiviso un video in cui il candidato figurava al fianco di simboli neonazisti.
Gli Stati Uniti rischiano un nuovo shutdown
Gli Stati Uniti potrebbero dover affrontare presto un nuovo shutdown, ovvero quella situazione che si crea quando il Congresso non riesce ad approvare la legge che rifinanzia le attività amministrative. In particolar modo, ci Deputati e Senatori sono chiamati ad approvare dodici differenti leggi che serviranno per stanziare i fondi alle agenzie federali, ma in questo momento Democratici e Repubblicani sono ben lontani dall'aver trovato un'intesa.
Lo shutdown inizierebbe a mezzanotte del primo ottobre ed avrebbe un impatto importante sulla vita di milioni di americani. In questo periodo vi è un un blocco delle attività amministrative non necessarie ed il personale giudicato non essenziale dei vari dipartimenti della pubblica amministrazione viene mandato in congedo non retribuito. Fra le altre cose vengono anche chiusi parchi e musei pubblici, così come ridotte alcune attività della NASA e di altre agenzie.
Al momento, le difficoltà sono tutte interne al Partito Repubblicano della Camera, dove lo Speaker Kevin McCarthy è chiamato a fare fronte alle esigenze dell'ala destra del suo partito, che richiede una drastica riduzione delle spese e soprattutto una rimodulazione dei finanziamenti all'Ucraina, ritenuta inaccettabile sia da molti membri del GOP che dai Democratici.
Lo stesso McCarthy, inoltre, in settimana ha dovuto incassare una sconfitta pesante, dal momento che un voto procedurale per finanziare il Pentagono (che fino ad ora era sempre stato approvato) non ha trovato i numeri per passare, venendo affossato dalla sua stessa maggioranza. Vista la mancanza di un appoggio Democratico sul tema, trovare un'intesa che accontenti tutti non sarà semplice.
Le altre notizie della settimana:
Nel fine settimana i Senatori repubblicani Tom Cotton (Arkansas), Roger Wicker (Mississippi), Susan Collins (Maine) e Lindsey Graham (South Carolina) hanno inviato una lettera al Presidente Joe Biden raccomandando l’invio dei sistemi missilistici MGM-140 ATACMS all’Ucraina.
I quattro hanno rimarcato come gli ucraini abbiano richiesto per mesi l’invio di tali sistemi, altamente funzionali allo svolgimento della presente controffensiva, asserendo contestualmente che il mancato invio non determinerà altro se non un prolungamento della guerra.
Nel numero della scorsa settimana avevamo parlato del tentativo, operato dal Partito Repubblicano alla Camera, di aprire un processo di impeachment nei confronti del presidente Joe Biden. Tale mossa, però, sta creando non poche perplessità all’interno dei senatori del GOP, che considerano questa scelta difficilmente spendibile dal punto di vista elettorale a un anno dalle elezioni.
“Sono stanca. La soglia con il quale si richiede un impeachment del presidente si sta abbassando sempre di più”, ha detto infatti Lisa Murkovski, senatrice dell’Alaska, “dobbiamo ripetere questa cosa ogni volta che ci sarà un nuovo inquilino alla Casa Bianca?”.
Nella giornata di lunedì gli Stati Uniti e l’Iran hanno raggiunto un’intesa per uno scambio di prigionieri. Cinque cittadini americani, infatti, sono stati liberati e potranno rientrare nel loro paese, e la stessa cosa faranno altrettanti iraniani. Il portavoce del Consiglio di Sicurezza John Kirby ha sottolineato però come questa mossa non implichi un riavvicinamento diplomatico allo stato mediorientale.
In cambio gli Stati Uniti sbloccheranno 6 miliardi di dollari che la Corea del Sud doveva all’Iran, ma che erano stati bloccati a causa delle sanzioni. Questa cifra sarà versata in conti corrente limitati e potrà essere utilizzata solo per alcune spese, come quelle in cibo e medicine.
Mentre è in corso il dibattito politico riguardante il finanziamento delle attività federali, per la prima volta nella storia il Debito Pubblico americano ha raggiunto la cifra record di 33 trillioni di dollari. Le stime, inoltre, stimano che questa soglia possa crescere ancora per arrivare a 50 trilioni entro la fine del decennio.
Nel numero della scorsa settimana avevamo parlato dello sciopero portato avanti dal sindacato del settore automobilistico, spiegando cause e motivazioni.
Questo stesso sciopero, adesso, si è allargato. Dalle poche località inizialmente coinvolte, l'United Auto Workers ha espanso le proteste a 38 stati. Il presidente Biden (che contrariamente a quanto avvenuto in passato non ha avuto l'endorsement dall'UAW in virtù delle divergenze sugli investimenti nei veicoli elettrici) si recherà in Michigan nella giornata di martedì per schierarsi al fianco dei lavoratori.
Il senatore democratico Bob Menendez del New Jersey e sua moglie sono stati incriminati a New York con l'accusa federale di corruzione in virtù della loro presunta "relazione" con tre uomini d'affari del loro stato di origine per proteggere questi uomini e favorire l'Egitto.
"Secondo l'atto d'accusa emesso da un gran giurì presso la corte federale di Manhattan, le tangenti comprendevano denaro, oro, pagamenti per l'ipoteca di una casa, compensi per un lavoro poco o per nulla visibile, un veicolo di lusso e altri oggetti di valore".