Donald Trump è stato nuovamente incriminato
Nel nostro approfondimento settimanale ci soffermiamo su tutti i dettagli relativi all'incriminazione di Donald Trump, che dovrà affrontare un nuovo processo
Nota di servizio: come ogni anno la nostra newsletter andrà in pausa per due settimane. Il prossimo numero uscirà domenica 27 agosto.
Donald Trump è stato nuovamente incriminato
Per la terza volta nel giro di pochi mesi, Donald Trump è stato incriminato e dovrà affrontare un processo: questa volta la causa riguarda il suo tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni 2020, strappando la vittoria dalle mani di Joe Biden e dando vita al movimento sfociato poi nell'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.
Ma quali sono nello specifico gli atti d'accusa nei confronti di Trump? I quattro capi di imputazione sono i seguenti: cospirazione per commettere un crimine contro gli Stati Uniti; cospirazione per interferire con una procedura ufficiale (quella di certificazione del risultato elettorale); tentativo di interferire con la procedura ufficiale di cui sopra; cospirazione per impedire agli elettori americani di far valere un proprio diritto, esprimere il proprio voto e farlo conteggiare.
Donald Trump rischia fino a 5 anni di carcere per il primo reato, fino a 20 anni per i due successivi e un potenziale ergastolo per il quarto. È in ogni caso probabile che le eventuali condanne saranno più lievi. Nello specifico, Jack Smith accusa Trump di aver fatto di tutto per restare al potere dopo la sconfitta alle presidenziali: per fare ciò, avrebbe diffuso voci di brogli elettorali che lui sapeva benissimo essere false, al fine di creare "un'atmosfera tesa di sfiducia e rabbia" nella società e "minare la credibilità delle elezioni".
Ancor più nel dettaglio, nel suo atto d'accusa, il procuratore Smith divide le azioni di Trump e dei suoi 6 complici (non nominati nell'atto d'accusa ma identificati dalla stampa come Rudy Giuliani, John Eastman, Sidney Powell, Jeffrey Clark, Kenneth Chesebro e Boris Epshteyn) in cinque fasi principali.
Immediatamente dopo le elezioni, l'ex presidente ed i suoi complici hanno provato a convincere i funzionari degli Stati in bilico a ribaltare i risultati elettorali a causa di false accuse di brogli, pur sapendo che non avessero alcuna fondatezza.
Smith si concentra in particolare su 5 Stati chiave vinti di poco da Biden alle elezioni (Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin). raccontando in maniera dettagliata i tweet, le conversazioni e le riunioni tenute dall'ex presidente con i suoi complici. In Michigan, ad esempio, due giorni dopo le elezioni, Trump ha insinuato dubbi sulla pubblicazione dei risultati con un certo ritardo, discutendo della possibilità di alterare i numeri anche con membri delle Camere statali e con il procuratore generale Bill Barr.
In secondo luogo, in sette Stati chiave i cospiratori hanno organizzato liste di falsi Grandi Elettori che avrebbero dovuto votare per Trump invece che per Biden. Smith ha elencato i memo interni, e-mail e chiamate in cui i cospiratori hanno discusso il loro piano. Nelle conversazioni, riportate nell'atto d'accusa, loro stessi definiscono l'idea come "folle" e riferiscono la risposta dei funzionari statali dell'Arizona secondo cui un tale piano era come un colpo di Stato a tutti gli effetti.
In terzo luogo, i cospiratori hanno iniziato a fare pressioni sul Dipartimento della Giustizia, chiedendo un'indagine ufficiale sulle false accuse di brogli elettorali. Smith descrive l'incontro avvenuto a dicembre fra Trump e il funzionario Jeffrey Clark, che subito dopo ha cominciato a persuadere sistematicamente i vertici del Dipartimento, fino al Procuratore Generale, per fargli firmare una lettera ufficiale in cui si affermava che c'erano brogli nelle elezioni, e che quindi i falsi Grandi Elettori erano legittimi.
Lo stesso Trump ha chiesto più volte aiuto ai funzionari del Dipartimento di Giustizia durante chiamate e riunioni, lasciando intendere di essere pronto a licenziarli ed a nominare il suo complice Clark a capo del Dipartimento, se non avessero fatto ciò che voleva lui.
Trump, inoltre, ha esortato l'ex Vicepresidente Mike Pence a usare il suo ruolo "cerimoniale" per cambiare i risultati elettorali. Dall'atto d'accusa risulta evidente come quest'ultimo non sia mai stato d'accordo con il piano dei cospiratori: per questo motivo, secondo Smith, Trump ha iniziato a fare pressione su di lui pubblicamente.
Come ultimo aspetto, l'ex presidente ed altri cospiratori hanno attivamente usato l'insurrezione fallita al Campidoglio per cercare di convincere i membri del Congresso a sostenere il loro piano. Contrariamente alle aspettative, Smith non accusa Trump di aver organizzato l’assalto al Congresso: il Procuratore Speciale afferma invece che l'ex presidente ha creato le condizioni per questo, e poi ha cercato di sfruttare il caos che ne è derivato.
Fino ad ora, almeno, i precedenti procedimenti penali annunciati nei confronti dell'ex presidente non hanno danneggiato Trump: dopo l'atto d'accusa di aprile a New York per la vicenda dei pagamenti in nero ad una pornostar, i suoi rivali repubblicani sono stati addirittura costretti a difenderlo.
Neppure l'incriminazione di giugno per il possesso di documenti segreti ha realmente influito sul rating dell'ex presidente. Tuttavia, il nuovo processo riguardante il tentativo di ribaltare il risultato delle scorse elezioni, potrebbe davvero cambiare il corso delle primarie.
I sondaggi di opinione, infatti, mostrano che solo la metà degli elettori considera gravi le prime due incriminazioni verso Trump, mentre le accuse di cospirazione per ribaltare i risultati elettorali sono ritenute gravi dal 65% degli elettori (e dal 35% dei Repubblicani).
Anche le udienze in tribunale potrebbero anche ostacolare la campagna elettorale di Trump. Il processo di New York per i soldi in nero ad una pornostar (Stormy Daniels) in cambio del suo silenzio in campagna elettorale, ad esempio, è previsto iniziare per il 25 marzo 2024, proprio nel bel mezzo delle primarie.
Il processo per la mala gestione di documenti riservati inizierà in Florida il 20 maggio 2024, quando probabilmente sarà deciso l'esito delle primarie, ma la nomina di Trump non sarà ancora stata confermata alla Convention estiva del partito.
Ad ogni modo, anche se Trump venisse giudicato colpevole di una qualsiasi delle 78 accuse complessivamente a suo carico in questi tre processi e finisse in prigione per questo motivo, ciò non lo renderebbe inidoneo a candidarsi ed ad essere eletto presidente, non essendo previste alcuni restrizioni di sorta.
Le altre notizie della settimana:
Nonostante le difficoltà legali di Donald Trump, delle quali abbiamo a lungo parlato, la sua leadership nei sondaggi per le primarie del Partito Repubblicano appare comunque salda. Un recente sondaggio, però, dà qualche piccola speranza ai suoi rivali.
Una rilevazione di New York Times/Siena College, infatti, vede numeri che per Ron DeSantis sono migliori rispetto alla media nazionale. Un buon risultato nel primo stato in cui si voterà potrebbe agevolare il governatore della Florida. Contemporaneamente, la campagna elettorale di Mike Pence ha visto crescere le sue donazioni, in coincidenza con l'incriminazione di Donald Trump.
Il Republican National Committee ha emanato i criteri necessari affinché i candidati del Partito Repubblicano in corsa per le prossime elezioni presidenziali possano partecipare al prossimo dibattito nazionale in programma il prossimo 27 settembre.
I candidati devono ricevere almeno il 3% in due sondaggi nazionali oppure in un sondaggio nazionale e in due statali. Inoltre, è necessario aver ricevuto fondi da almeno 50.000 donatori unici.
L'amministrazione Biden ha iniziato una serie di azioni per rafforzare il divieto di produzione di alcuni tipi di lampadina già emanato lo scorso anno. Questa misura, volta a colpire solo i produttori e non i consumatori, mira a ridurre le emissioni e a produrre lampadine più efficienti dal punto di vista energetico, oltre a far calare anche le spese dei consumatori.
Come detto, questa mossa era stata pensata già lo scorso anno, ma la sua entrata in vigore è stata ritardata per dare il tempo di smaltire i prodotti già in vendita.
Justin Jones e Justin Pearson, due deputati statali del Tennessee che erano stati espulsi dal congresso locale per aver partecipato ad una protesta nella stessa Camera dei Rappresentati, potranno probabilmente recuperare il loro seggio.
Le autorità locali, infatti, avevano permesso loro di continuare il proprio lavoro ad interim, in attesa di un'elezione speciale che si è tenuta pochi giorni fa, che entrambi hanno vinto.
Il presidente Biden ha rovesciato una scelta presa da Donald Trump, che aveva deciso di spostare il quartier generale dello Space Command in Alabama. L'amministrazione in carica ha scelto di mantenerlo in Colorado, per evitare i potenziali rischi del periodo di transizione.
Dopo le difficoltà iniziali della sua campagna elettorale, Ron DeSantis sta provando a risollevare il suo status attraverso una nuova serie di proposte. In particolar modo, nell'ultima settimana il governatore della Florida ha presentato un piano in dieci punti per il rilancio economico.
Il suo piano cercherà di accrescere la competitività dal punto di vista commerciale con la Cina. Fra le altre proposte ci sono quelle che mirano a raggiungere una crescita del 3%, a rendere l'America indipendente nel settore energetico, a limitare le eccessive spese dello stato e ad una riforma del sistema educativo.
Negli Stati Uniti continua la crescita del mercato del lavoro. Nel mese di luglio sono stati creati 187.000 posti, nonostante l'aumento del tasso di interesse operato dalla FED.
Tuttavia, sottolinea The Hill, i numeri mostrano anche piccoli segni di rallentamento delle assunzioni, poiché i datori di lavoro cercano di ridurre i rischi prima di qualsiasi turbolenza di sistema.