Quante chance ha Biden di vincere le elezioni?
Nel nostro approfondimento settimanale parliamo dei primi modelli elettorali, del rapporto di Trump con l'elettorato nero e della condanna di Hunter Biden
Quante chance ha Biden di vincere le prossime elezioni?
Nel corso delle ultime settimane, i favori del pronostico in vista delle prossime elezioni presidenziali sono variati a più riprese. Nel complesso i numeri sono sempre stati leggermente favorevoli nei confronti di Donald Trump, anche se la partita è sul filo dell’equilibrio ed entrambi i contendenti hanno tutt’ora buone chance di ottenere la vittoria finale.
In questa settimana, però, sono stati lanciati ben due modelli predittivi sul risultato elettorale che permettono di avere un’idea più chiara di quello che potrà essere l’esito del voto a novembre. Secondo quello lanciato dal The Economist, Donald Trump avrebbe il 66% di probabilità di vittoria contro il 33% di Joe Biden. L'ex presidente vincerebbe 296 grandi elettori contro i 242 di Biden. Ma come funzionano questi modelli elettorali.
Quello del The Economist, ad esempio, si basa su due elementi principali. Da un lato ci sono i sondaggi, in particolar modo quelli pubblicati nei sei mesi precedenti al voto. Dall’altro vengono utilizzati alcuni elementi di contesto. Come sottolinea lo stesso sito della testata giornalistica, uno degli strumenti più noti a riguardo è quello chiamato “ Time for Change”, progettato da Alan Abramowitz, uno scienziato politico della Emory University. Questo prevede il voto popolare (esclusi i terzi) utilizzando esclusivamente l’indice di gradimento netto del presidente, la crescita del PIL e se un presidente in carica al primo mandato si candiderà o meno alla rielezione. Storicamente, le sue previsioni sulla quota di voto popolare conquistata dal partito del presidente hanno avuto un errore medio paragonabile a quello dei sondaggi effettuati alla fine della campagna.
I modelli fondamentali delle previsioni elettorali possono facilmente adattarsi eccessivamente ai dati storici, risultando inefficaci per le previsioni future. Per evitare questo problema, si utilizzano tecniche di machine learning, che semplificano riducendo l'influenza delle variabili deboli e testano l'accuratezza delle previsioni utilizzando dati separati per ogni elezione. Ad esempio, si addestra un modello sui dati di diverse elezioni e lo si testa su un'altra, ripetendo il processo per ogni anno elettorale. Questo metodo aiuta a trovare il giusto equilibrio tra complessità del modello e accuratezza delle previsioni, permettendo di migliorare le proiezioni future senza ricorrere a dati non ancora disponibili.
Un discorso relativamente diverso è quello riguardante il modello predittivo fatto da FiveThirtyEight, secondo cui il presidente Joe Biden ha il 53% di probabilità di vittoria, mentre Donald Trump il 47%. Solo nello 0,4% dei casi c'è un pareggio. Nonostante Biden sia leggermente avanti, però, al momento i due candidati hanno quasi la stessa probabilità di vincere le elezioni.
FiveThirtyEight attribuisce la Pennsylvania, il Wisconsin e il Michigan a Biden, mentre l'Arizona, il Nevada e la Georgia a Trump. Lo Stato chiave che al momento deciderebbe la presidenza è proprio la Pennsylvania, dove FiveThirtyEight prevede che Biden vincerà di 1,5 punti percentuali. Il modello è diverso dai precedenti del sito in quanto è stato sviluppato da G. Elliott Morris, subentrato dopo il licenziamento di Nate Silver da parte di Disney. Il modello non va quindi confrontato con quelli del passato. Morris nel 2020 aveva contribuito al modello predittivo dell'Economist.
Trump e i sondaggi sull’elettorato nero
Fra i fattori che potrebbero risultare decisivi nelle prossime elezioni c'è sicuramente l'influenza che potrà avere fra gli afroamericani. Nel 2020 Biden ha ottenuto il 92% del supporto in questo elettorato, contro l'8% di Trump. Tuttavia, sondaggi recenti indicano uno spostamento, seppur modesto, del supporto verso il GOP tra gli uomini afroamericani e i giovani elettori neri.
Sebbene nessuno si aspetti un riallineamento completo, queste piccole variazioni potrebbero risultare decisive in un'elezione serrata, in particolar modo in alcuni stati. Venerdì il senatore della Carolina del Sud Tim Scott, l'unico repubblicano afroamericano al Senato e fra i papabili candidati alla vicepresidenza, ha spiegato le ragioni per cui gli elettori afroamericani potrebbero scegliere Trump.
“Supportare il candidato che eliminerà la politicizzazione del Dipartimento di Giustizia, supportare il candidato sotto il quale i salari sono cresciuti più rapidamente per le fasce basse rispetto a quelle alte, supportare il candidato che chiude il confine. Questa crisi del confine devasta prima di tutto le comunità povere. Quel candidato è Donald Trump. Questa scelta è più facile di quanto non lo sia stata per decenni”, ha affermato infatti Scott.
Ma, a riguardo, cosa dicono i sondaggi? The Hill, che sul tema del rapporto fra Donald Trump e l'elettorato di colore in settimana ha dedicato un lungo articolo, ha raccolto una serie di dati arrivati nel recente periodo. Secondo l'ultima rilevazione di CBS News/YouGov, ad esempio, il sostegno degli elettori neri a Biden è all'81%, rispetto al 18% nei confronti Trump.
Un sondaggio condotto a maggio da New York Times/Sienna College aveva invece rilevato come Biden godesse del sostegno del 63% tra gli elettori neri, mentre Trump raggiunge il 23%, con un 14% di indecisi. Ad aprile, secondo il Wall Street Journal, Trump veniva sondato con un 30% di sostegno tra gli uomini neri e il 12% tra le donne nere. Lo stesso The Hill sottolinea, comunque, come molti Democratici abbiano evitato di dare eccessivo peso a questi sondaggi per il loro campione ridotto. Nonostante questo, però, la campagna di Biden ha concentrato molto gli sforzi nel coinvolgimento si questo elettorato, soprattutto nel Midwest. A maggio, ad esempio, Biden si è recato a Detroit per intervenire alla 69ª cena annuale del Fight for Freedom Fund organizzata dalla NAACP.
La scorsa settimana, inoltre, la vicepresidente Harris è stata a Detroit per una raccolta fondi del Partito Democratico del Michigan. Il mese scorso, invece, Biden ha parlato ai laureati del Morehouse College, un college storicamente nero, ad Atlanta. Anche Donald Trump, però, sta corteggiando molto questo elettorato: come sottolineato dal New York Times, il tycoon nella giornata di sabato ha tenuto un discorso in una chiesa di Detroit davanti a circa 200 persone, nel quale si è definito come il presidente che ha fatto di più per la comunità nera dai tempi di Abraham Lincoln, citando una serie di risultati politici raggiunti nel corso del suo mandato.
Condannato il figlio di Biden
Nel tribunale federale di Wilmington, in Delaware, si è concluso il processo a carico di Hunter Biden, figlio del presidente americano Joe Biden. Il verdetto ha riconosciuto Hunter colpevole di possesso illegale di arma da fuoco e false dichiarazioni riguardanti la sua dipendenza da droghe.
Questa vicenda getta un'ombra sulla campagna per la rielezione di Joe Biden nel 2024. Il presidente ha reagito dicendo che intende rispettare il processo giudiziario ed escludendo categoricamente l'ipotesi di concedere la grazia presidenziale al figlio. La first lady Jill Biden è rimasta accanto al figliastro durante tutto il processo. Le testimonianze hanno rivelato il ritratto di un uomo tormentato dalla dipendenza, in particolare dopo la scomparsa del fratello Beau nel 2015. Gli estratti dell'autobiografia di Hunter, in cui descrive apertamente le sue lotte contro la droga, hanno influito sulla decisione della giuria.
La condanna di Hunter Biden, un evento senza precedenti per il figlio di un presidente in carica, alimenta ulteriormente la già tesa campagna elettorale. Lo staff di Donald Trump ha colto l'occasione per attaccare la famiglia Biden. La sentenza sarà pronunciata ad ottobre, un mese prima delle elezioni. Sebbene il massimo della pena prevista sia di 25 anni, è improbabile che Hunter Biden, incensurato, riceva una condanna così severa.
Le altre notizie della settimana
La Corte Suprema ha annullato un regolamento federale che vietava i bump stock, un dispositivo che aumenta notevolmente la cadenza di tiro dei fucili semiautomatici, trasformandoli di fatto in mitragliatrici. I giudici conservatori hanno prevalso su quelli progressisti, affermando che l'Ufficio per l'alcol, il tabacco, le armi da fuoco e gli esplosivi (ATF), un'agenzia federale, aveva oltrepassato la sua autorità nel 2018 quando aveva riclassificato i bump stock nella categoria delle mitragliatrici, vietate da una legge del 1934.
La Corte Suprema ha stabilito che un fucile semiautomatico con bump stock non può essere considerato una "mitragliatrice" perché non può sparare più di un colpo con una singola pressione del grilletto, facendo riferimento al testo della legge del 1934, adottata molto prima dell'invenzione di questo dispositivo.
Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) ha dichiarato che non perseguirà l’Attorney General Merrick Garland per oltraggio al Congresso. I repubblicani avevano chiesto una sua incriminazione dopo che Garland aveva rifiutato di conformarsi a una citazione per le registrazioni audio dell'intervista tra il Presidente Biden e il procuratore speciale Robert Hur.
Il DOJ ha sostenuto che la rivendicazione del privilegio esecutivo da parte di Biden sulle registrazioni protegge Garland dalla persecuzione. Inoltre, il DOJ ha affermato che le amministrazioni di entrambi i partiti hanno rifiutato di perseguire i procuratori generali per il rifiuto di consegnare materiali al Congresso.
La Camera dei Rappresentanti ha approvato la sua versione del National Defense Authorization Act (NDAA) da 883,7 miliardi di dollari con 217 voti a favore e 199 contrari. I Democratici si sono però opposti a diverse clausole incluse dai Repubblicani, tra cui il blocco del rimborso per i costi di viaggio per l'aborto dei membri delle forze armate, il blocco dei finanziamenti per le procedure mediche di transizione di genere e la riduzione dei programmi di Diversità, Equità e Inclusione (DEI).
Il disegno di legge, che di solito gode di un sostegno bipartisan, è ora destinato a uno scontro al Senato, controllato dai Democratici.
La Corte Suprema ha mantenuto l'accesso alla pillola abortiva mifepristone. Il giudice conservatore Brett Kavanaugh si è schierato infatti con l'amministrazione Biden e il produttore di mifepristone Danco. La sentenza non ha affrontato le questioni regolatorie o di sicurezza sollevate dai querelanti, ma si è basata solo sulla legittimità del ricorso, rilevando che i medici conservatori non hanno dimostrato di aver subito danni personali dalle azioni del governo.
Il Presidente Biden ha dichiarato che la decisione non cambia la continua lotta per la libertà riproduttiva e ha sottolineato l'importanza della questione in un contesto post-Roe. Nel frattempo, il Senato ha respinto un disegno di legge per stabilire un diritto nazionale alla fecondazione in vitro (IVF).