La Pennsylvania è il nuovo Ohio?
Nel nostro approfondimento settimanale parliamo del ruolo decisivo che la Pennsylvania avrà nelle prossime elezioni americane
La Pennsylvania è il nuovo Ohio?
As Ohio goes, so goes the nation. Diceva così uno dei vecchi mantra che per almeno mezzo secolo ha caratterizzato le campagne elettorali americane. Del resto, che l’Ohio fosse uno stato decisivo era una delle poche certezze riconosciute anche nel dibattito comune. Tante volte, anche al di qua dell’Atlantico, si è sentito parlare nel gergo giornalistico di “Ohio d’Italia” per riferirsi a territori particolarmente in bilico, oscillanti fra destra e sinistra e decisivi per gli equilibri nazionali. Se la fama di questo stato è rimasta tale a lungo, tanto da solcare l’oceano, molto derivava proprio dall’importante peso specifico che questo assumeva nella scelta della figura che avrebbe poi varcato le porte della Casa Bianca.
Dal 1964 al 2016, infatti, chi ha vinto in Ohio ha sempre ottenuto il successo anche le elezioni presidenziali. Questa continuità si è rotta nel 2020, con numeri anche abbastanza importanti. Lo stato è andato con un margine notevole a Donald Trump, con ben otto punti di vantaggio su Joe Biden. I segnali di questo spostamento verso destra, però, erano già evidenti da tempo, dato che quattro anni prima il tycoon era stato in grado di avere la meglio con lo stesso margine, già allora il più ampio in questo territorio dal 1988.
Oggi più nessuno, almeno a livello nazionale, considera l’Ohio come uno swing state. Sebbene la sfida per il Senato sia molto più equilibrata e il Democratico Sherrod Brown appaia leggermente favorito, nelle presidenziali è indubbio che sarà Donald Trump ad avere la meglio su Kamala Harris. Nei pochi sondaggi fin qui effettuati la media del vantaggio Repubblicano oscilla fra gli otto e i dieci punti, abbastanza per poter definire praticamente sicuro il successo a novembre. Ciò che può essere interessante, invece, è vedere i motivi di questo spostamento a destra e, soprattutto, quale stato potrà avere il peso decisivo nell’indirizzare la tornata dall’una o dall’altra parte.
Uno dei fattori principali che ha comportato questo cambiamento è relativo al mutamento demografico: l'Ohio è diventato più anziano, bianco e mediamente meno istruito rispetto alla media nazionale. Questi gruppi tendono a preferire candidati repubblicani, favorendo Trump in particolare. Mentre alcune aree suburbane come Delaware e Butler mostrano una leggera erosione del supporto repubblicano, la maggior parte dello stato si è spostata ulteriormente verso destra. Dal 1960, inoltre, l'Ohio ha perso un terzo dei suoi voti elettorali, riducendo la sua importanza nelle elezioni nazionali.
Il Partito Democratico, d'altro canto, ha perso parte del suo appeal tra gli elettori bianchi della classe operaia e con basso livello di istruzione, un segmento che Donald Trump ha conquistato con il suo messaggio e che rappresenta la maggioranza degli elettori in Ohio. Questo spiega perché Kamala Harris stia dedicando meno attenzione allo stato rispetto a Joe Biden nel 2020, quando i sondaggi lasciavano spazio a un cauto ottimismo. Ma quale sarà lo stato decisivo in queste elezioni? In molti scenari, chi vincerà la Pennsylvania potrebbe ottenere la chiave per la Casa Bianca.
Se dovessero essere i Repubblicani ad avere la meglio, i Democratici avrebbero solo tre strade possibili per la vittoria, tutti dipendenti dal successo in almeno quattro stati, tra cui la Georgia e uno tra Arizona e Nevada, entrambi più conservatori della Pennsylvania. Una sconfitta qui, dunque, ridurrebbe drasticamente le possibilità di Harris di diventare presidente. D'altro canto, se i Dem ottenessero la maggioranza in quello stato, Trump avrebbe cinque combinazioni di vittoria possibili, che includerebbero necessariamente il successo in almeno un altro stato del Midwest: un percorso leggermente più semplice rispetto agli avversari, ma comunque complesso. Pertanto, la Pennsylvania rappresenta una tappa fondamentale anche per il tycoon: senza di essa, riconquistare la Casa Bianca diventerebbe molto più difficile, mentre con una vittoria (mantenendo gli stati vinti nel 2020) gli basterebbero solo sedici voti elettorali aggiuntivi, facilmente raggiungibili in stati come Georgia e Arizona.
Per questo motivo, entrambi i candidati stanno investendo risorse significative nelle loro campagne in Pennsylvania. Harris ha visitato Philadelphia più volte nel 2024, partecipando a eventi insieme al governatore Josh Shapiro. Trump, da parte sua, ha organizzato comizi a Harrisburg e Schnecksville, concentrandosi sulla protezione del Secondo Emendamento e criticando l’amministrazione in carica. Anche il senatore JD Vance ha partecipato a un evento a Philadelphia lo stesso giorno del primo comizio congiunto Harris-Walz.
Pennsylvania decisiva. Ma chi vincerà?
Per capire come potrà muoversi lo stato, innanzitutto bisogna analizzare il tipo di elettorato che si presenterà alle urne. Un interessante articolo di Inquirer lo ha diviso in cinque categorie principali: i votanti delle zone rurali, quelli delle aree suburbane (questi due sono i più numerosi) la working-class cittadina, la popolazione bianca con un buon livello d'istruzione e gli abitanti delle città non bianchi (il meno rappresentato). Nelle prime è il Partito Repubblicano a dominare su larga scala, nei restanti vanno meglio soprattutto i Dem. È proprio l'equilibrio fra questi gruppi sociali che rende tale stato così equilibrato. Decisiva sarà soprattutto la classe operaia: in Pennsylvania, infatti, i blue collars di ex città industriali come Johnstown, Wilkes-Barre e Altoona rimangono essenziali per la vittoria finale. Un tempo solidamente democratiche, queste aree si sono spostate verso Trump nel 2016, anche se Biden ne ha recuperate alcune nel 2020.
Kamala Harris ha probabilmente meno appeal su questo elettorato rispetto al presidente attuale, ma dalla sua abilità nel conquistare questi voti potrebbe dipendere l'intera campagna elettorale. Proprio per questo, del resto, la candidata nel corso dell'ultima settimana ha fatto una campagna attiva nella Pennsylvania rurale, consapevole del fatto che ogni voto può essere decisivo. La media dei sondaggi indica infatti come Kamala Harris sia avanti di appena 1.4 punti e di come tutto sia ancora aperto. La sensazione, dunque, è che almeno per questa tornata la Pennsylvania possa essere la nuova Ohio. As Pennsylvania goes, so goes the nation.
Uno scandalo ha travolto il candidato governatore della North Carolina
Il panorama politico della North Carolina è stato scosso da un articolo della CNN che ha rivelato una serie di commenti controversi fatti in passato da Mark Robinson, l'attuale candidato repubblicano alla carica di governatore dello stato. Secondo quanto riportato, Robinson ha pubblicato messaggi offensivi e razzisti su un forum online tra il 2008 e il 2012, utilizzando uno pseudonimo. Tra i commenti più scioccanti attribuiti a Robinson ci sono delle dichiarazioni in cui si definiva un "nazista nero" e difendeva la schiavitù.
L'articolo della CNN si basa sull'analisi di post pubblicati su un sito pornografico chiamato "Nude Africa". L'emittente afferma di aver verificato l'identità dell'autore confrontando dettagli biografici e indirizzi email utilizzati da Robinson su vari siti web nel corso degli anni. In risposta alle accuse, Robinson ha rilasciato un video di 82 secondi in cui nega categoricamente di essere l'autore di quei messaggi. "Lasciatemi rassicurare: le cose che vedrete in quella storia non sono parole di Mark Robinson", ha dichiarato il candidato governatore.
Il Partito Repubblicano del North Carolina si è schierato a difesa di Robinson, accusando la "sinistra" di cercare di demonizzarlo attraverso attacchi personali. Tuttavia, l'episodio ha già avuto ripercussioni sulla campagna elettorale, con il team della vicepresidente Kamala Harris che ha evidenziato i legami tra Robinson e l'ex presidente Donald Trump. La vicenda solleva interrogativi anche sulla due diligence condotta dal Partito Repubblicano. Secondo fonti interne, alcuni avevano messo in guardia Trump già nel 2023 dall'appoggiare Robinson a causa di dichiarazioni controverse emerse da una prima ricerca. Robinson, ad esempio, ha negato che l'olocausto sia avvenuto.
Nonostante le pressioni, Robinson ha dichiarato di voler rimanere in corsa per la carica di governatore. "Siamo in questa corsa. Siamo qui per vincere", ha affermato nel video. Tale questione potrebbe inoltre influenzare anche le stesse elezioni presidenziali, visto che il North Carolina è uno stato particolarmente importante e decisivo: se questo scandalo dovesse far perdere un po’ di credito al GOP, questo potrebbe dare a Kamala Harris un aiuto notevole nella strada verso la Casa Bianca. Non è un caso, del resto, che il candidato governatore non partecipi ai comizi che Trump terrà nel suo stato questo fine settimane.
Le altre notizie della settimana
La Georgia Election Board ha approvato, con tre voti a favore e due contrari, una nuova regola che richiede il conteggio manuale delle schede elettorali da parte dei seggi locali, oltre a quello elettronico. La decisione, che arriva a meno di 50 giorni dalle elezioni, ha scatenato preoccupazioni da parte degli operatori elettorali per i costi, e i tempi. Questa scelta, infatti, potrebbe allungare il periodo necessario per lo spoglio in uno stato che potrebbe essere decisivo per assegnare la Casa Bianca.
Anche membri della commissione e alti funzionari repubblicani, come il Segretario di Stato Brad Raffensperger e il Procuratore Generale Chris Carr, hanno espresso dubbi sulla sostenibilità legale e pratica della misura. Nonostante ciò, tre membri legati a Trump hanno votato a favore, sostenendo che l’accuratezza del conteggio sia prioritaria rispetto alla velocità.
La campagna di Trump ha attaccato pubblicamente l’amministrazione in carica, dopo che è emerso come, nel 2020, l’Iran abbia tentato di condividere informazioni hackerate dalla campagna di Trump con quella di Biden. Secondo l'FBI, nessuno nel team del presidente ha risposto alle email contenenti estratti di materiali rubati, trattate come tentativi di phishing.
Trump ha accusato senza prove il team di Harris di "spionaggio illegale", chiedendo un'inchiesta. Biden ha respinto ogni accusa, condannando l'interferenza straniera nelle elezioni.
Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, ha annunciato l'intenzione di presentare un disegno di legge bipartisan per rifinanziare il governo ed evitare uno shutdown, dopo che l'iniziativa della Camera, bloccata da divisioni interne al GOP, è fallita. Il piano della Camera, proposto dal portavoce repubblicano Mike Johnson, prevedeva una risoluzione temporanea legata a una misura di sicurezza elettorale, ma è stato respinto quando 14 repubblicani hanno votato contro.
Intanto, l'ex presidente Trump ha sollecitato i repubblicani a bloccare il governo se non verrà approvata una legge che richiede la prova di cittadinanza per la registrazione al voto. Con la scadenza del 30 settembre per evitare lo shutdown che si fa sempre più vicina, Schumer ha criticato la proposta, definendola inaccettabile per i democratici.
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