Cosa ci lascia il dibattito fra Harris e Trump?
Nel nostro approfondimento settimanale analizziamo nel dettaglio il dibattito fra i candidati alla presidenza
Gli aspetti centrali del dibattito
L’avvenimento politico più importante della settimana è stato senza dubbio il dibattito fra i due candidati alla presidenza, in cui Kamala Harris ha dominato la scena fin dall'inizio, sfidando e punzecchiando Donald Trump su vari fronti. Ad esempio si è soffermata sul fatto che gli stessi sostenitori del tycoon lasciano in anticipo i comizi. Secondo il New York Times, la candidata è apparsa inoltre più rilassata, sorridendo maggiormente rispetto al suo sfidante, al quale ha stretto anche la mano (a differenza di quanto avvenne nel confronto del tycoon con Joe Biden).
Kamala Harris ha sfruttato molto bene anche la tematica dell’aborto. Mentre Trump ha evitato di prendere una posizione chiara su un possibile divieto nazionale, Harris ha criticato duramente le politiche del suo sfidante, definendole "insultanti per le donne americane" e mettendo in evidenza i rischi per la salute delle donne a causa delle restrizioni sull'aborto. La sua performance su questo tema è stata una delle più efficaci della serata, particolarmente apprezzata dagli elettori negli stati in bilico.
Secondo l’analisi dello stesso New York Times, però, anche Kamala Harris non ha saputo sfruttare alcune occasioni o è stata debole su qualche tematica. Quando Donald Trump ha deriso la sua sfidante per la mancanza di dettagli nella sua agenda, definendola priva di sostanza e simile al programma di Biden, la candidata del Partito Democratico non è riuscita a rispondere sul punto e a sembrare convincente. Anche quando i moderatori le hanno chiesto di spiegare alcuni suoi cambi di posizione su temi controversi, come il fracking e la decriminalizzazione degli attraversamenti di confine, Harris ha risposto solo parzialmente, spostando l'attenzione su Trump.
Il tycoon, dal canto suo, ha mostrato un approccio aggressivo e dispersivo, spesso cadendo nelle provocazioni di Harris e descrivendo un’America in declino, piena di crimine e caos. Spesso, inoltre, si è concentrato su accuse false, parlando di un Partito Democratico che permette l'infanticidio e di immigrati che mangiano animali domestici. Ha fatto particolarmente discutere, infatti, una dichiarazione di Donald Trump, in cui il tycoon ha sostenuto la falsa accusa secondo la quale i migranti haitiani a Springfield, in Ohio, "mangiano cani e gatti".
Questa frase è arrivata in un clima di tensione tra i residenti locali e i nuovi arrivi dall'Haiti, alimentata dalla tragica morte di un bambino in un incidente stradale con un immigrato. Il padre del bambino ha definito Trump e il senatore Vance "politici moralmente corrotti" per aver diffuso odio a scapito della memoria di suo figlio.
Il dibattito in numeri
Il New York Times, inoltre, ha provato a snocciolare i numeri del dibattito. Donald Trump ha parlato leggermente di più della sua sfidante, con 43.03 minuti contro i 37.41 di Kamala Harris. Quest’ultima, però, ha speso più tempo per attaccare l’avversario (17.25 minuti per lei, 12.54 per il tycoon). L’aspetto sul quale il candidato del Partito Repubblicano si è soffermato maggiormente è stata l’i mmigrazione, seguita dall’economia e dal tema aborto.
Proprio l’economia è stata la tematica principale nei discorsi di Kamala Harris, seguita dalla questione dell’aborto e da quella relativa alla difesa della democrazia, fatta principalmente andando all’attacco del suo avversario. Oltre a quest’ultimo aspetto, i punti che la candidata del Partito Democratico ha usato contro Donald Trump sono stati i temi della politica estera e degli avvenimenti accaduti il 6 gennaio 2021, mentre le offensive del tycoon sono state soprattutto sulla guerra fra Israele e Hamas.
Un altro aspetto interessante da rilevare è quello relativo alle differenze fra le tematiche toccate da Kamala Harris e quelle su cui si era soffermato Joe Biden nel dibattito di giugno, quello in cui la performance negativa del presidente in carica fece iniziare quella spirale che ha portato poi al passo indietro dell’attuale inquilino della Casa Bianca. L'attuale candidata ha parlato molto meno di tasse e di eleggiblità, ma si è concentrata maggiormente sull’aborto e sulla difesa della democrazia.
Per quanto riguarda l’audience televisivo, il dibattito è stato visto da 67,1 milioni di spettatori in diretta, con un incremento del 31% rispetto al dibattito tra Trump e il presidente Biden lo scorso giugno. Nonostante la frammentazione dell'audience nell'era digitale, perciò, questi eventi continuano a mantenere un forte richiamo. Va notato che le cifre non includono le milioni di persone che hanno seguito l'evento attraverso i social media, siti web e piattaforme di streaming.
Il confronto, ospitato da ABC News a Philadelphia, si avvicina per numeri ad altri eventi televisivi di rilievo degli ultimi decenni. L'audience è paragonabile al secondo dibattito tra Trump e Hillary Clinton nel 2016 e al primo incontro tra Barack Obama e Mitt Romney nel 2012. Un dato significativo emerge dall'analisi demografica: il dibattito ha attratto in particolare gli spettatori più giovani e di mezza età. Rispetto al dibattito di giugno, si è registrato un aumento del 50% circa tra gli adulti di età compresa tra i 18 e i 54 anni.
Le reazioni al dibattito
Le reazioni al dibattito tra Trump e Harris sono state contrastanti. I Democratici hanno applaudito la performance della loro candidata, definendola preparata e abile nel mettere Trump sulla difensiva. Caitlin Legacki, stratega del Partito, ha elogiato Harris per aver saputo raccontare la sua storia personale e aver mostrato sicurezza nel confronto. Chris Christie, repubblicano ed ex governatore del New Jersey, ha notato come Harris fosse preparata e come Trump si sia lasciato distrarre dalle provocazioni.
Dal lato repubblicano, le critiche si sono concentrate su Trump, definito disorganizzato e privo di focus. Guy Benson di Townhall.com ha sottolineato come il tycoon abbia perso molte occasioni per attaccare Harris, mentre Hugh Hewitt, conduttore radio conservatore, ha criticato i moderatori e ha accusato Harris di aver evitato domande difficili. Lance Trover ha riconosciuto che Trump ha avuto il vantaggio su temi come economia e immigrazione, ma ha notato come l’ex presidente si sia lasciato spesso provocare.
Alcuni, come Alyssa Farah Griffin, ex direttrice delle comunicazioni della Casa Bianca, hanno osservato che Trump è apparso debole e facilmente scosso, deludendo parte del suo pubblico. Dall'altra parte, Vivek Ramaswamy ha suggerito che Harris abbia superato le aspettative, mentre Henrietta Treyz ha evidenziato la strategia di Harris nel far emergere le contraddizioni di Trump.
Il tycoon, inoltre, ha puntato il dito contro l’emittente televisiva ABC News, accusando i moderatori di faziosità e definendola “la più disonesta organizzazione di notizie.” In un’intervista a “Fox & Friends,” Trump ha criticato i giornalisti David Muir e Linsey Davis per aver verificato in diretta alcune delle sue affermazioni, mentre secondo lui avrebbero dato un trattamento di favore a Harris.
Trump ha persino suggerito che ABC dovrebbe perdere la licenza di trasmissione e ha sorprendentemente elogiato CNN per un dibattito più “onorevole” rispetto a quello con Harris. Ha anche espresso scetticismo riguardo all'idea di un futuro dibattito su Fox News moderato da Bret Baier e Martha MacCallum, preferendo opinionisti come Sean Hannity e Jesse Watters.
Una figura ambigua nella campagna di Trump
Laura Loomer, un'attivista di estrema destra con una storia di dichiarazioni razziste e cospirazioniste, è tornata sotto i riflettori dopo aver accompagnato Donald Trump in eventi chiave della campagna elettorale, inclusi il dibattito presidenziale a Philadelphia e le commemorazioni dell'11 settembre. Loomer, conosciuta per il suo stile provocatorio e la sua militanza anti-musulmana, ha suscitato critiche da entrambi i partiti. In passato, ha definito l'Islam "un cancro", festeggiato la morte di migranti e promosso teorie del complotto come quella dell'11 settembre come un “inside job”.
La sua vicinanza a Trump ha riacceso le preoccupazioni, soprattutto dopo un suo recente commento razzista, in cui affermava che se Kamala Harris diventasse presidente, la Casa Bianca avrebbe "odore di curry." Questo commento ha suscitato indignazione anche tra i Repubblicani, con esponenti come la deputata Marjorie Taylor Greene, che ha definito le sue parole "razziste e appalling", e i senatori Lindsey Graham e Thom Tillis, che l'hanno descritta come "tossica" e "una teorica delle cospirazioni". Loomer ha risposto duramente a queste critiche, attaccando personalmente i suoi detrattori e rifiutando di scusarsi, affermando che il suo commento era solo "umorismo."
Nonostante le tensioni, Trump ha difeso Loomer, dichiarando durante una conferenza stampa che lei è "una sostenitrice" e "uno spirito libero", sebbene abbia affermato di non conoscere nel dettaglio le sue affermazioni più controverse. Successivamente, su Truth Social, ha riconosciuto di non essere d'accordo con alcune delle sue dichiarazioni, ma ha giustificato la sua frustrazione verso i "Marxisti e Fascisti di estrema sinistra" che lo attaccano.
La presenza di Loomer nella campagna di Trump solleva interrogativi sulla direzione della strategia elettorale dell'ex presidente, in particolare a due mesi dalle elezioni, quando avrebbe bisogno di conquistare voti tra gli elettori indipendenti. La sua associazione con una figura così divisiva potrebbe complicare il suo tentativo di allargare la base elettorale, sollevando dubbi anche all'interno del suo stesso partito.
Le altre notizie della settimana
Sei deputati repubblicani moderati hanno firmato una lettera bipartisan, promossa dai centristi, impegnandosi a rispettare i risultati delle elezioni del 2024. L'iniziativa, guidata dai rappresentanti Josh Gottheimer (D-N.J.) e Don Bacon (R-Neb.), coinvolge 32 membri della Camera.
I firmatari promettono di riconoscere il vincitore delle elezioni, una volta esauriti i ricorsi legali, e di partecipare all'inaugurazione del nuovo presidente, oltre a condannare la violenza. Questo impegno arriva in un momento cruciale per garantire il rispetto del processo elettorale e preservare la calma, indipendentemente dall'esito elettorale.
La campagna di Donald Trump sta diffondendo una serie di accuse contro la comunità di haitiani a Springfield, in Ohio, accusandoli di aver rapito e mangiato animali domestici dei vicini, alimentando paure razziste e attacchi contro l'immigrazione. Nonostante questi attacchi siano stati portati anche dal senatore e candidato alla vice-presidenza JD Vance, non vi sono basi reali per sostenere questa tesi, con le stesse autorità locali che hanno ufficialmente smentito.
La questione ha in ogni caso riacceso le tensioni generate dall’immigrazione haitiana nel territorio, già in passato bersaglio di retoriche xenofobe e razziste, anche da parte dello stesso Trump. Quest'ultimo, ad esempio, nel 2021 affermò che tale comunità fosse responsabile della diffusione dell’AIDS negli Stati Uniti.
Secondo un recente sondaggio Gallup, il 62% degli americani ritiene che il Partito Democratico serva meglio gli interessi dei membri dei sindacati, contro il 27% che preferisce il Partito Repubblicano. Questo divario, simile a quello degli anni '80 e '90, rimane costante, specialmente in stati chiave come Pennsylvania, Nevada e Michigan, dove gli elettori sindacalizzati sono numerosi.
Inoltre, il sondaggio rileva un ampio sostegno generale ai sindacati, con il 70% degli americani favorevoli, in linea con i livelli più alti dal 1965.
La superstar Taylor Swift ha pubblicamente espresso il suo sostegno a Kamala Harris martedì sera. L'endorsement, giunto pochi minuti dopo che la vice presidente e Donald J. Trump hanno lasciato il palco del dibattito a Philadelphia, offre alla Harris un appoggio senza pari nel mondo dello spettacolo.
"Come molti di voi, ho seguito il dibattito stasera", ha scritto Swift su Instagram ai suoi 283 milioni di follower. "Voterò per Kamala Harris e Tim Walz alle elezioni presidenziali del 2024. Sostengo Harris perché si batte per i diritti e le cause che ritengo necessitino di una paladina che le difenda”.
Il giorno dopo l’acceso dibattito, tenuto nella giornata di martedì, Kamala Harris e Donald Trump si sono incontrati di nuovo mercoledì al sito del World Trade Center per commemorare il 23° anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. I due si sono stretti la mano in un momento di rara unità politica, fianco a fianco, accanto al presidente Biden e al senatore JD Vance.
Michael Bloomberg, ex sindaco di New York, ha facilitato l'incontro, con Harris che ha ringraziato Trump. Questo gesto ha ricordato la coesione nazionale emersa dopo gli attacchi e i momenti di unità visti durante la campagna presidenziale del 2008 tra Barack Obama e John McCain.
Mitt Romney, senatore repubblicano dello Utah e candidato presidenziale nel 2012, ha dichiarato che non voterà per Donald Trump alle prossime elezioni di novembre. Mercoledì, inoltre, ha elogiato la performance della vicepresidente Kamala Harris durante un dibattito, affermando che "ha sostenuto bene la sua causa" e dimostrato di essere una persona "intelligente e capace con una visione chiara su molte questioni". Tuttavia, non ha ancora chiarito se intenda votare per lei.
La vicepresidente Kamala Harris ha fatto campagna elettorale in alcune delle aree più conservatrici della Pennsylvania, puntando a ridurre il margine di vittoria di Donald Trump. Durante un comizio a Wilkes-Barre, Harris ha proposto di eliminare i requisiti di laurea per alcuni lavori federali, cercando di attrarre elettori senza un’istruzione universitaria, una parte cruciale della base del tycoon.